DUC IN ALTUM

DUC IN ALTUM

In ogni tempo si sono registrate confliggenze, prevaricazioni, sfruttamenti, manipolazioni e tanto altro che possiamo leggere dal narrato storico che va, come sempre, considerato criticamente.
Alcune realtà geografiche del nostro pianeta sono in permanente conflitto per strategie di “possesso” economico.
A pagare il prezzo come sempre sono i poveri cittadini del mondo che cercano di trovare rifugio altrove, nella speranza di una vita migliore.
I governanti degli Stati hanno visioni miopi che non aiutano i loro stessi paesi. Secondo le tutele e dichiarazioni umanitarie si sancisce, sulla carta, i diritti dell’uomo ma in concreto si ostacola la effettiva tutela.
L’Uomo è cittadino del mondo in un sistema che dice di essere globale e, dunque, avrebbe diritto di libertà. Essere cittadino del mondo implica che ognuno ha diritto di poter stabilire – liberamente – la propria scelta di dove vivere. Se si presceglie più uno Stato rispetto ad un altro è segno che quello Stato prescelto ha modelli di vita buoni e volerci vivere non è un “attentato” a quella Nazione, anzi, è un riconoscimento della validità di quello Stato che, dovrebbe essere orgoglioso di avere una simile condizione.
Il prezzo lo pagano quegli Stati che perdono i “pezzi”, segno evidente che le cose in quella realtà non sono buone e dovrebbe interrogarsi su come mettere rimedio ad una simile situazione.
La diaspora (Diaspora è un termine di origine greca (deriva dal verbo greco διασπείρω, letteralmente disseminare) che descrive la migrazione di un intero popolo costretto ad abbandonare la propria terra natale per disperdersi in diverse parti del mondo) è il segno tangibile del fallimento di uno Stato!
Non si confonda, dunque, la diaspora con la migrazione indotta da cause legate a difficoltà di carattere ambientale che si presentano periodicamente.
Le potenze che si definiscono mondiali di fronte a simili realtà avrebbero il compito di intervenire per garantire quella tutela dei “diritti dell’uomo” che di fatto sono evanescenti.
La paura di ricevere “altri” e di vedere modificati i sistemi di “equilibrio” attuale destano preoccupazione – evidentemente – a chi vuole e controlla l’economia del mondo.
Costoro hanno le leve di manovra ma, rischiano al tempo stesso di imprigionarsi da sé, dalla avarizia (concentrata sulla conservazione meticolosa di ciò che già si possiede) e dalla avidità (il desiderio di accrescere il proprio “possesso) che obnubila il loro stesso pensiero.
In questo scenario di antiteticità, l’Europa, che, per cultura e storia dovrebbe dare un impulso si è persa, facendo affievolire ideali alti e nobili che i Padri fondatori, invece, avevano.
Il fatto di avere trascurato il vicino continente africano, nel tempo, è stato un errore al punto che oggi la questione dell’immigrazione la fa vedere, impreparata e disunita. Le “pezze” non fanno il vestito nuovo.
L’attenzione avrebbe dovuto concentrarsi – al di là dell’ingordigia – già nella fase della questione libica ed alla successiva tensione tunisina. L’attenzione per i paesi del Magreb dovrebbe essere d’interesse naturale per l’Europa non nel senso di sottese aspirazioni “coloniali” ma di interazione per lo sviluppo ed il reciproco progresso, solo in questo modo tutti traggono un giusto vantaggio.
Queste, modeste, riflessioni non troveranno alcuna attenzione ma noi continuiamo a sperare che la saggezza possa prevalere.
Mettere in moto l’economia significa rispettare l’altro se questi funziona anch’io ne traggo beneficio.
La solidarietà è l’ossigeno dei popoli ed è linfa per la nostra stessa sopravvivenza, è Pace e Salute a beneficio di tutti.

Lì, 27.02.2016

Il Presidente/The President/El Presidente/Le Président
International Académie Diplomatique Pax Et Salus
Dr.Antonino di Renzo Mannino